Otto drammi per il teatro in un unico documento, talvolta brevi ma pur tutti traboccanti di quell'humanitas che caratterizza il pensiero dell'autore, ricco di esperienze, di conoscenze storiche, della genialità di chi, spontaneamente, sa frugare nelle vicende umane in cerca di risvolti sentimentali altrettanto umani da individuare ed evidenziare, in mezzo ad un cumulo di "ragion di stato", di avvenimenti che, nelle corti, hanno coinvolto ambiziosi feudatari e vittime inermi [….].
Ognuno dei suddetti drammi, dal più contenuto a quello più ricco di azioni, è depositario di precisi messaggi per il cui tramite l'autore intende sensibilizzare il lettore a che la storia territoriale, la nostra storia di un Sud ricco di vita, sia finalmente partecipata e non riposta in oblio in un momento in cui la crisi generale dei valori necessita di una iniziazione all'uso della riconquista delle proprie radici. I drammi ripercorrono infatti precisi avvenimenti storici che Antonino Cosco ha ricercato in una cultura comprensoriale oggi partecipata da pochi cultori, pur presente in una ricca storiografia soprattutto ottocentesca [….].
Tutte le vicende narrate sono avvenute all'ombra dei castelli, grandi manieri all'interno dei quali per lungo tempo, nelle nostre contrade, si è foggiata la storia, si sono per secoli consumati drammi umani, sulle spalle degli umili, delle ignare vittime di storiche congiure, talvolta ancora più angoscianti di quelli di seguito narrati dalla "verve" artistica dell'autore.
Dalla prefazione di Francesco Cosco